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Tesori da scoprire di Merlengo-Paderno-Ponzano

(Tratto dalla Vita del Popolo del 17/01/2016)

Il territorio di Merlengo, Paderno e Ponzano V.to è noto per la presenza delle sue numerose ville venete; non è meno rimarchevole il patrimonio artistico legato alla fede, costituito da tanti segni del passaggio di Dio, a partire dalle chiese parrocchiali, attraverso gli oratori delle stesse ville, per terminare con i numerosi capitelli: tutte opere caratterizzate da semplicità, purezza, armonia, tonalità minore e spesso reiterazione gestuale.28

Partendo da Treviso, diretti a nord, dopo aver superato l'abitato si Santa Bona e dopo aver incrociato i capitelli dedicati alla Divina Misericordia e alla Esaltazione della Santa Croce, si giunge al paese di Merlengo, dominato dalla parrocchiale dedicata a San Bartolomeo Apostolo, anticipata dalla vista dello svettante campanile (1737). Un documento del 1221 attesta l'esistenza sulla chiesa di un giuspatronato dell'abbazia di San Zeno di Verona, che la univa alla antichissima chiesetta di San Vito. La  presenza di una piccola chiesa, circondata dal cimitero e protetta dal relativo muro di cinta è attestata dai documenti sin dai primi anni del Quattrocento; la fabbrica attuale risale al 1707; ampliata e ristrutturata a più riprese dagli inizi del Settecento fino alla prima metà del Novecento, presenta una bella facciata settecentesca a quattro lesene, con frontone decorato a stucchi. Varcata la porta principale ci accoglie un elegante interno a tre navate, ricco di opere d'arte; sovrasta la navata principale il soffitto decorato con l'affresco di Amadeo Giuseppe Lorenzi (1876) raffigurante la Gloria di San Bartolomeo, circondato dai sei ovali coevi opera di Natale Cagnin con i Quattro Evangelisti e le allegorie di Speranza e Carità. Oltre l'arco trionfale, sul quale è appeso un Crocifisso ligneo policromo del XVI-XVII secolo,  l'ampio presbiterio ospita sul fondo l'organo Tamburini, restaurato nel 2007, e la bella pala d'altare raffigurante il Martirio di San Bartolomeo, opera del trevigiano Bartolomeo Orioli (1607); il sontuoso tabernacolo barocco, proveniente dalla chiesa domenicana di S.Paolo di Treviso, è sovrastato da una corona lignea sorretta da angeli (1835); alle due pareti del presbiterio si fronteggiano le due grandi tempere di Luigi Pavan (1893) raffiguranti  l'Adorazione dei Magi e la Deposizione di Gesù nel sepolcro; sul cupolino che copre il presbiterio è l'affresco Allegoria di Fede attribuito al muranese Sebastiano Santi (1844). Oltre le colonne ioniche, nella navata destra è rilevante la pala del veneziano Giandomenico Tiepolo, figlio del più noto Giovanbattista, raffigurante Sant'Osvaldo di Nortumbria implora dalla Sacra Famiglia la guarigione di un giovane; in fondo alla stessa navata, adiacente al presbiterio, un altare di metà del Settecento ospita la pala raffigurante San Pietro d'Alcantara appare a Santa Teresa d'Avila, attribuita a Nicolò Bambini, dei primi anni del Settecento. Nella navata laterale sinistra, sull'altare adiacente alla zona presbiteriale, è posta la pala con Cristo crocifisso e i santi Francesco di Paola, Antonio di Padova, Antonio abate e un angelo, opera di Paolo Lorenzi (1802); a metà della stessa navata un altare della metà del Settecento accoglie la pala con L'Immacolata in gloria consegna lo scapolare a San Simone Stock, i potenti della Lega Santa e santi, opera di Pietro Mera (1624); ai lati dello stesso altare sono collocate due statue lignee di San Sebastiano e Sant'Agnese, dello scultore Ferdinando Demetz (1923).

Dirigendosi da Merlengo verso Paderno lungo via Capitello e via Cicogna, si incontrano due oratori: l'elegante oratorio di villa Serena, edificato nel 1731, consacrato alla Beata vergine Maria, e il più recente oratorio dedicato a San Gaetano da Thiene presso villa Cicogna. Proseguendo si giunge alla piazza centrale di Paderno, a ridosso della strada provinciale che da Treviso conduce ai piedi de Montello; sulla piazza si erge la bella facciata in mattoni faccia a vista della chiesa parrocchiale dedicata all'Assunzione della Beata vergine Maria, il cui primo  parroco documentato è riferibile al 1297; l'edificio attuale fu ricostruito dalle fondamenta nei primi anni dell'Ottocento, il suo campanile rialzato nel 1752. La chiesa al suo interno presenta una sola navata con quattro cappelle e presbiterio; il soffitto della navata è decorato con l'affresco del muranese  Sebastiano Santi (1838) raffigurante la Gloria dell'Assunta; oltre l'arco trionfale  il presbiterio ospita la bella pala d'altare raffigurante L'Assunta, opera di Antonio Zanchi  (1631-1722) e la pala a cerchio sul soffitto rappresentante Gesù Risorto, di autore ignoto…...la bella pala del trevigiano Bartolomeo Orioli raffigurante La fuga in Egitto (1603); ...due pale sovrapposte: una alla base con Anime del purgatorio tra le fiamme e una superiore con San Francesco di Paola, Sant'Antonio Abate e San Francesco d'Assisi, di autore ignoto….statua lignea della Madonna Assunta di Martiner di S.Ulderico, Valgardena (1928).

Da Paderno, dirigendosi  verso Treviso lungo via Roma, dopo circa un chilometro e mezzo, poco prima dell'incrocio per Ponzano, si può ammirare la bella chiesetta-oratorio dedicata a San Giovanni Battista, presso la villa Minelli-Benetton; ricostruita nel Settecento, custodisce sul soffitto una Gloria dell'Assunta di Nicolò Bambini (1710). Svoltato a sinistra all'incrocio, si prosegue lungo la via Villa Minelli e la via Chiesa sino alla parrocchiale dedicata a San Leonardo di Noblat; la chiesa, iniziata nel 1771 e consacrata nel 1779, si presenta all'esterno con facciata semplice e armoniosa, con il campanile eretto tra il XVI e XVII secolo, singolarmente inglobato nel corpo della chiesa. Varcato il portale di ingresso ci accoglie un'aula con due altari per lato; nel presbiterio è collocato l'altare maggiore, datato 1810 e proveniente da Giavera del Montello, sormontato da una corona lignea del 1839; il bel tabernacolo, già presente in chiesa dal 1758, è opera dello scultore Giovanni Marchiori; la pala d'altare – definita dal vescovo Bernardino Marin “formosissima pala” - raffigura la Madonna con il Bambino e compatroni San Leonardo e San Rocco (1523), ed è di incerta attribuzione (forse il Giambellino o il Polidoro o il Giorgione). La volta del presbiterio (restaurata nel 2009) è stata affrescata da Sebastiano Santi (1839) e raffigura il Trionfo dell'Eucaristia con simboli della Fede e l'Esaltazione della Croce, mentre nei pennacchi quattro medaglioni dello stesso autore raffigurano i ritratti degli Evangelisti. Sospeso all'arco trionfale del presbiterio vi è un crocifisso ligneo del XV-XVI secolo. Nel primo altare di sinistra, dedicato alla Madonna del rosario, è ospitata una statua in  legno di Vincenzo Moroder di Ortisei (1925); nel secondo altare di sinistra vi è la Madonna Immacolata, statua in marmo bianco di Carrara dei f.lli Marinali di Bassano del Grappa, della seconda metà del XVII secolo, proveniente dalla citata chiesetta di San Giovanni Battista, come pure le statue di San Domenico Guzman e di Santa Rosa da Lima che affiancano l'altar maggiore. Nel primo altare di destra è collocato un quadro di autore ignoto dedicato a San Valentino vescovo martire mentre il secondo altare di destra è dedicato al Crocifisso. Opere che meritano menzione sono una pala raffigurante San Francesco d'Assisi denominata La notte delle stigmate, di datazione e di autore ignoti, e l'organo Mascioni del 1952 con 736 canne, nonché le vetrate artistiche.

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